Musica leggerissima?
Leggerezza e profondità in musica sono inconciliabili? Estremi opposti che non si incontrano e non possono coesistere? Non per noi e oggi voglio portarti a fare una piccola immersione in un argomento che, spero, possa ispirarti a un ascolto diverso della musica in genereale.
Leggerezza e profondità: cosa è cambiato con il lancio di Alchemiconcert
Alchemiconcert è il concerto trasformativo tra musica e bagno sonoro che abbiamo lanciato lo scorso anno. Per ogni appuntamento, infatti, scegliamo un tema o intenzione da lavorare: questo tema sarà il fil rouge che lega i brani in una struttura che vuole portare una progressione. Ovvero si parte da un punto A, si fa insieme un viaggio costruito appositamente per portare a una svolta, a una riflessione e a una trasformazione, e si arriva a un punto B. Dove svolta e punto di arrivo sono personali e diversi per ciascuno, in base al proprio vissuto, al proprio sentire e allo scopo con cui ci si approccia anche al momento.
Il lavoro che facciamo, di volta in volta, per gli Alchemiconcert, ci aiuta a guardare il nostro repertorio con occhi nuovi.
Ispirazione e repertorio
Nel preparare con attenzione e cura questo percorso trasformativo, è necessario lasciarsi ispirare da un lato dagli stimoli più vari, dall’altro avere un’ossatura di brani del nostro repertorio.
Ho, così, scoperto che il nostro repertorio è una fonte continua di sorprese. Ogni volta che lo scorro per fare un brainstorming dei brani che associo a un determinato tema, mi riscopro a ragionare sui testi, sull’atmosfera che l’armonia del pezzo porta, sul mio modo di interpretare quel brano. È in questo modo che poi il brano va a ricoprire un ruolo funzionale nell’ottica del percorso dell’Alchemiconcert, per produrre un certo tipo di risultato nel viaggio, portare un microtema all’interno del grande contenitore tematico dell’episodio specifico.
Il bello, poi, è che il percorso è comunque personale e a ciascuno possono arrivare suggestioni, interrogativi, riflessioni con sfumature diverse in base al periodo specifico di vita in cui si trova, alle esperienze vissute e al sentire di quell’istante unico. Guardando un brano con occhi diversi e diverso sentire, possiamo trarne sempre qualcosa di nuovo.
Profondità e valore
Quanto è potente questa riflessione? Quanta profondità c’è in questa analisi e in questo lavoro trasformativo sui brani, prima di tutto nostro?
Tutto questo lavorio sul dettaglio, poi, è uno strumento potente per portare valore anche negli eventi ai quali lavoriamo. Dal punto di vista esteriore, nulla sembra diverso. Eppure, quando cambia l’energia e l’intenzione che mettiamo nel suono che portiamo, non può che cambiare tutto! Se dovessi definire il cambiamento sottile che avviene con alcune parole chiave, direi: poeticità, ispirazione, magia. E tutto torna, perché il ruolo che ambiziosamente vogliamo ricoprire è quello di piccoli artigiani alchimisti, che trasmutano ingredienti semplici e di tutti i giorni, quali suoni e parole, in qualcosa di nuovo e diverso e, possibilmente, magico!
Profondità vs Leggerezza: è veramente così?
La profondità del nostro percorso di crescita nel suono ci preclude la possibilità di essere anche “leggeri”? Spesso sembra che la profondità strida con il concetto di leggerezza. Penso che sia un misunderstanding legato all’associazione leggerezza/superficialità. Personalmente credo che la leggerezza non sia affatto mancanza di profondità. Anzi. Penso che profondità e leggerezza siano solo due passaggi, due step, dei percorsi di crescita e dello stato dell’essere. Solo la conquista delle profondità della nostra interiorità può portarci i doni della leggerezza nel senso del “planare sulle cose dall’alto”, una definizione di Italo Calvino che amo.
Profondità e leggerezza non solo in musica
La leggerezza come conquista e come stato da ricercare.
Per me leggerezza è sempre stato questo.
Approfondire, analizzare, cercare di capire nel profondo e, poi, scegliere di distaccarsi da ciò che non ci appartiene e non ci rispecchia. I concetti di dare forza a ciò che vogliamo che sia il nostro modo di vedere il mondo e non soffermarci su una narrazione che non ci appartiene rientrano in questo approccio.
Profondità e leggerezza in musica: ma cosa cambia?
Nel mondo in cui viviamo oggi, se non c’è un cambiamento eclatante e vistoso, un cambiamento che si possa vedere a occhio nudo o sbandierare sui social, non esiste cambiamento. Ci siamo abituati a scrollare tutto il giorno e a non farci coinvolgere, ma tutto trova il modo di arrivare, anche se non lo percepiamo consapevolmente. La domanda è: vogliamo farci “invadere” e “influenzare” da qualsiasi cosa proprio perché non poniamo attenzione a ciò che entra nella nostra sfera percettiva oppure vogliamo selezionare con cura quello di cui ci nutriamo? La soglia del cambiamento, dello shift che abbiamo fatto in questo anno e mezzo di lavoro sta tutta qui: nell’attenzione e nell’intenzione. Si lavora, si studia, ci si evolve e si porta questo cambiamento personale anche nella musica con naturalezza e spontaneità. E come lo si fa? Con l’intenzione: quella bacchetta magica che rende potente e trasformativo tutto ciò che facciamo.
Uno spunto in più con la nostra musica
Il nostro brano Rido (se non hai ancora ascoltato il nostro disco, puoi farlo qui) parla proprio di questo: la risata come antidoto al dolore, alla violenza, alle contrapposizioni. La risata come inno alla vita, come atto rivoluzionario e manifesto di chi questa vita vuole godersela. E questo pur lottando per i propri ideali, pur lottando contro le ingiustizie. Semplicemente trovando spazio e tempo per portare avanti anche un modello di una vita diversa da quella che ci propinano come unica via possibile. Perché la rivoluzione può essere come l’acqua che, lentamente, erode la pietra e la modella.
Cerchi altre ispirazioni?
Vuoi approfondire l’aspetto della vibrazione sonora e della meditazione? Leggi qui. Se invece vuoi saperne di più su Alchemiconcert, leggi qui.