Dinamica © Sweet&Sour

Parole musicali: Dinamica

Parole musicali: la serie

Inauguro con questo articolo sulla dinamica una nuova serie dedicata alle parole musicali. Con musical words intendo parole che fanno parte del vocabolario musicale, ma che per chi non è addentro a questo mondo potrebbero risultare un po’ vaghe o magari oscure.

Ne parleremo, come sempre, in maniera trasversale, affrontando diversi aspetti, ma sempre in modo molto discorsivo e privo di inutili tecnicismi.

Parole musicali: dinamica

Perché cominciare con la “dinamica” questa serie di articoli sulle parole musicali? È molto semplice: dal mio punto di vista, la dinamica è una delle chiavi del nostro approccio, nell’interpretazione come nella strutturazione del repertorio.

Ma partiamo dall’inizio: cosa si intende per dinamica?

Dinamica musicale: “Complesso dei rapporti d’intensità sonora che si produce all’interno del discorso musicale, per es. tra nota e nota, inciso e inciso, parte e parte, dal piano al forte, dal crescendo al diminuendo. Segni dinamici sono quelli che regolano tutte le gradazioni d’intensità, dal pianissimo (pp) fino al fortissimo (ff)” (fonte Enciclopedia Treccani).

La dinamica, in due parole, è una qualità del suono legata alla sua intensità. È anche uno degli elementi che rende espressiva l’esecuzione musicale. Se non ci fossero variazioni dinamiche tra piano, pianissimo, forte, fortissimo, non sarebbe possibile rendere appieno l’emozione che si desidera trasmettere con la propria interpretazione.

Dinamica e interpretazione

E qui introduciamo un altro spunto molto importante, perché la dinamica è soggetta naturalmente a interpretazione – soprattutto per quanto riguarda la musica pop o, più in generale, la musica leggera. Quando impostiamo la nostra versione di un brano, la dinamica è uno degli elementi (assieme a mood o stile, qualità del suono, ritmo) che ci permettono di dare un’impronta personale a una cover. Per fare un esempio estremo, potremmo anche decidere di riproporre una canzone degli Iron Maiden facendone una ballata incentrata sul pianissimo e sulla qualità vocale chiara e sussurrata!

Dinamica © Sweet&Sour
Pic © Agnese Spina Imagery

Variazioni dinamiche all’interno del pezzo

Come dicevamo poco fa, all’interno di un brano ci saranno tante variazioni di dinamica. Questo appunto per trasmettere l’emozione che vogliamo portare all’ascoltatore con la nostra interpretazione del brano. Per fare variazioni di dinamica che abbiano un senso, dobbiamo analizzare la struttura del pezzo: c’è sempre un climax, un momento in cui il pezzo si apre ed esplode, arriva al culmine della storia. Questo momento è quello perfetto per inserire un fortissimo, magari. O comunque per aumentare la dinamica, che cantiamo o suoniamo uno strumento.

A partire dalle dinamiche dell’incipit, del climax e del finale, possiamo poi strutturare tutto il resto delle variazioni del pezzo e avere chiaro in mente il viaggio che faremo fare all’ascoltatore.

Variazioni dinamiche: il rapporto col testo

Un altro aspetto da considerare quando si decidono le variazioni dinamiche è il testo: il significato delle parole è importantissimo per modulare le dinamiche! Si può dare più risalto e amplificare un dolore o una gioia, con un fortissimo. Oppure possiamo trasmettere una sofferenza insensata o una rabbia sorda con un pianissimo teso. Tutto dipende da noi e dalla nostra storia, dalla nostra esperienza e dalla nostra scelta interpretativa.

Vuoi ascoltare qualche esempio di dinamica? Clicca qui.

Dinamica: perché è importante quando si struttura un repertorio

Un altro aspetto a cui si applica l’importante riflessione sulla dinamica, è quello della strutturazione del repertorio. Nella nostra esperienza, per poter creare scalette coinvolgenti e interessanti, è bene variare i generi, i ritmi e le dinamiche. Ne parlavamo anche in questo articolo.

È chiaro che non possiamo proporre a un concerto una scaletta tutta composta da ballad sussurrate, o finiremo per far addormentare chi è venuto ad ascoltarci. Alternando brani più ritmati e con dinamiche più forti a brani più intimi e con un range di dinamiche più basso, possiamo mantenere alto l’interesse del pubblico e far sì che possa cogliere anche altro, soffermandosi sui dettagli dell’interpretazione.

La dinamica è una delle chiavi per strutturare una “scaletta perfetta”, ma non è l’unica. Questo, però, è un altro discorso e merita un articolo dedicato.

Spero questa nuova serie ti permetta di entrare ancora di più nel nostro mondo e di comprendere più a fondo la nostra filosofia.
Fammi sapere se hai trovato questo articolo interessante!

 

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